A che età conviene imparare le lingue?
- elisa zordan
- Feb 21, 2023
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A questa domanda verrebbe spontaneo rispondere "il prima possibile", perché è evidente che con l'avanzare dell'età, aumentino le difficoltà di apprendimento. Ma conviene veramente insegnare più lingue ai bambini? Se sì, a quale età, di preciso?
Presto va bene
É tristemente diffusa la convinzione che i bambini debbano crescere, se possibile, in contesti monolingui, onde evitare confusione o addirittura ritardi nell'apprendimento linguistico. La vulgata suggerisce quindi che sia meglio evitare di esporre i bambini al dialetto o a una lingua etnica, tanto che le maestre a scuola arrivano a suggerire ai genitori migranti di parlare italiano a casa.
Fortunatamente si tratta di convinzioni (quasi) infondate. La traiettoria di sviluppo linguistico nei bambini bilingui pare analoga a quella dei bambini bilingui, e molte ricerche arrivano a ipotizzare addirittura un vantaggio bilingue (1). In realtà, almeno uno "svantaggio bilingue" c'è: dividere il proprio tempo fra due o più lingue implica un minore tempo di esposizione a ciascuna di queste lingue, con conseguenti possibili ricadute sul repertorio lessicale relativo alla singola lingua (2). Complessivamente, però, il bambino multilingue conosce potenzialmente lo stesso numero di parole di un bambino monolingue.
Il contributo del linguista Jim Cummins ci permette inoltre di affermare che esercitare una delle lingue del proprio repertorio linguistico porta vantaggio a tutte le altre lingue, perché si trovano in una rete di interdipendenza linguistica.
Presto è meglio
Sgombrato il campo da possibili obiezioni in merito all'insegnamento precoce delle lingue, rimane però da chiedersi se convenga rispetto all'insegnamento tardivo o se l'età di apprendimento sia indifferente.
Numerose ricerche hanno provato che attorno a un anno di età si conclude il restringimento percettivo, cioè si viene privati in maniera naturale (dal nostro cervello) della possibilità di percepire alcuni tipi di stimolo. Alla nascita, per esempio, si è in grado di acquisire la fonetica di qualsiasi lingua del mondo. Gradatamente, questa facoltà scema, e apprendere come pronunciare una parola in una lingua diversa dalla propria diventa sempre più difficile.
Attorno agli 8 anni si ha invece il picco di creazione di connessioni cerebrali, e attorno ai vent'anni termina il periodo di particolare elasticità cerebrale.
I linguisti individuano specificatamente dei periodi critici (3):
0-3 anni: a quest'età si possono imparare le seconde lingue senza sforzo e senza discrepanze fonologiche con i madrelingua;
4-8 anni: dissimulare del tutto la pronuncia della propria lingua madre è possibile, e le competenze sono pari a quelle dei madrelingua, ma lo sforzo da compiere è maggiore;
9-20/22 anni: si possono acquisire ottime competenze, ma sarà difficile essere scambiati per madrelingua.
Ne consegue che, prima si impara, meglio è.
Bibliografia
(1) Weikum WM, Vouloumanos A, Navarra J, Soto-Faraco S, Sebastián-Gallés N, Werker JF. Visual language discrimination in infancy. Science. 2007 May 25;316(5828):1159;
Bialystok E, Martin MM. Attention and inhibition in bilingual children: evidence from the dimensional change card sort task. Dev Sci. 2004 Jun;7(3):325-39.
Kovács AM. Early bilingualism enhances mechanisms of false-belief reasoning. Dev Sci. 2009 Jan;12(1):48-54.
(2) Bialystok E, Luk G, Peets KF, Yang S. Receptive vocabulary differences in monolingual and bilingual children. Biling (Camb Engl). 2010 Oct;13(4):525-531
(3) Santipolo M. Educazione e politica linguistica. Teoria e pratica. Bulzoni Editore, 2022
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