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Sillaba. Cosa sentono le tue orecchie?

  • Writer: elisa zordan
    elisa zordan
  • Jan 4, 2023
  • 2 min read

Ricordiamo tutti gli esercizi di sillabazione della nostra infanzia, eseguiti magari battendo le mani per facilitare la comprensione del concetto. Per quanto semplici sembrassero, nascondevano sempre qualche insidia, come quella del fonema /s/ seguito da una consonante: ci faceva sbagliare sempre! Le particolarità andavano imparate a memoria, e l'istinto (diciamo così) di sillabare in maniera differente andava represso. Peccato che, molto spesso, avessimo ragione. Come mai?


La sillaba ha una realtà psicologica. Le sillabe esistono perché i suoni vengono organizzati in modo armonioso, e dunque i fonemi sono organizzati con un criterio di regolarità in cui la sonorità è al livello più basso nella prima consonante (se presente), cresce, raggiunge il proprio apice nella vocale (che è il nucleo della sillaba) e poi discende (in presenza di una consonante in coda, cioè se la sillaba è chiusa). Per esempio, nella sillaba "par", l'onset consonantico è formato da un'occlusiva bilabiale sorda, a livello di sonorità basso. La vocale centrale /a/ è ad un livello più alto di sonorità. La coda consonantica, formata dalla polivibrante alveolare, è meno sonora, ovviamente, della vocale del nucleo. Accade così che il flusso del discorso sia costituito da continui innalzamenti e abbassamenti di sonorità.


Se le cose stanno così, potrebbe essere sufficiente essere dotati di un paio di orecchie per riuscire a sillabare correttamente. Infatti, anche senza conoscenze pregresse, i bambini sono in grado di riconoscere queste “campane” di sonorità e di sillabarle oralmente correttamente. Ma quindi perché a scuola sbagliano? Il motivo è che a scuola non viene insegnata la sillabazione fonetica, bensì quella ortografica, e queste non coincidono. Una delle differenze più esemplari è la sillabazione della <s> seguita da altre due consonanti. Come sillabereste “astro”? Secondo le regole ortografiche apprese, sillaberemmo a.stro. L’errore ortografico più tipico è quello di sillabare as.tro, che in verità coincide con la sillabazione fonetica corretta. La sillaba ortografica “stro” viola la scala di sonorità poiché la fricativa alveolare sorda /s/ è più sonora della occlusiva dentale sorda /t/, e la campana della sonorità della sillaba fonemica non accetta che nella “salita” della sonorità verso il picco della vocale vi siano delle discese. Sembra astratto, ma i bambini lo sanno.



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